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April 26, 2021

Keith & Julie Tippett, Lino Capra Vaccina, Paolo Tofani – A Mid Autumn's Night Dream (2019, LP, Italy)


Tracklist:
A Part 1 (23:24)
B Part 2 (23:14)

Musicians:
Piano, Musical Box, Wood Block, Idiophone, Maracas – Keith Tippett
Veena, Santoor, Electronics, Performer – Paolo Tofani
Vibraphone, Cymbals, Percussions, Gongs, Tam-tam, Timpani, Chimes, Bells – Lino Capra Vaccina
Voice, Bells, Thumb Piano, Drum, Xylophone – Julie Tippetts

Recorded Conservatorio Nicolini in Piacenza on October 1st, 2016

A Mid Autumn Night’s Dream faithfully report a one shot concert that took place at Conservatorio Nicolini in Piacenza on October 1st, 2016. The four giants of new music never played together before. As the lights turned off something magic started. A spontaneous interplay, an amazingflowing of notes. The subject was the Night, its mystic flavours. Paolo Tofani, now a hindi monk, is a living legend in Italian avantgarde music having been the driving force of the band Area in the seventies. He worked and recorded with many musicians including John Cage, Alvin Curran, Steve Lacy just to mention a few. His last album, Real Essence, an acoustig solo, have impressed the late Greg Lake whoeventually wrote the liner notes. Lino Capra Vaccina provided the visionary sound of the seminal italian ensemble Aktuala then formed with Franco Battiato and Juri Camisasca the legendary Telaio Magnetico, then worked with Battiato and eventually played percussion in La Scala Orchestra with Claudio Abbado. In Italy he is a true legend and a most respected muscian. His first solo album, Antico Adagio along with his last one Metafisiche del Suono, are considered amongst the very best avantgarde albums ever. Keith Tippett is another living legend in british jazz music: band leader, composer, visionary pianist. With an uncompromising career full of outstanding gems. A larger audience knows him as a member of King Crimson or theleader of Centipede. His skills goes from contemporary jazz to larger compositions for orchestra and classical musicas well. One of his latest piano solo album, Mujician IV live in Piacenza, have been critically acclaimed all over the world. Julie Tippetts lent her fantastic voice to various situations, many times side by side with her husband Keith. The team called one of their duo album Couple in Spirit, as they are in life and art. Julie is a fantastic musician who added a magic touch, a siren call to this masterpiece.

December 30, 2018

Paolo Tofani & Claudio Rocchi ‎– Un Gusto Superiore (1980, LP, Italy)


Lato A
A1. Jaya Shrila Gurudeva Bhagavan (5:25)
A2. O sei parte del problema o sei parte della soluzione (4:25)
A3. Dio (3:25)
A4. La macellazione (3:14)
Lato B
B1. Un gusto superiore (3:13)
B2. Introduzione (0:50)
B3. Muoiono (3:05)
B4. Jiv Jago (10:03)

Musicians
Claudio Rocchi/ performer, songwriting, producer
Paolo Tofani/ performer, songwriting, producer
M. Harris/ bass, piano
Mauro Spina/ drums
Paolo Donnarumma/ bass
Beppe Sciuto/ drums
Srila Bhagavan Goswami/ tampoora


Paolo Tofani & Claudio Rocchi
Un Gusto Superiore
di Francesco Mendozzi

Que­sto è un disco che in po­chis­si­mi co­no­sce­ran­no ma che poi tanto raro non è, visto che in al­cu­ni mer­ca­ti­ni del vi­ni­le è an­co­ra pos­si­bi­le re­pe­rir­lo spen­den­do una cifra più che de­cen­te. Io me lo tro­vai tra le mani molti anni or sono, dopo che mio padre aveva feb­bril­men­te ac­qui­sta­to di tutto a Porta Por­te­se. L’i­dea di base di que­sto la­vo­ro sta nella ve­ne­ran­da isti­tu­zio­ne del­l’As­so­cia­zio­ne In­ter­na­zio­na­le per la Co­scien­za di Kri­sh­na, punto di par­ten­za di tanto in­dui­smo oc­ci­den­ta­le. Senza ombra di dub­bio, per dirla alla Guc­ci­ni, quel­li erano gli anni in cui dalle pro­te­ste gio­va­ni­li si pas­sa­va «alle magie di moda delle re­li­gio­ni orien­ta­li che da noi na­scon­do­no sol­tan­to vuoti di pen­sie­ro». Fatto sta che il disco è molto bello: me­ri­to di Paolo To­fa­ni, gran­de chi­tar­ri­sta degli Area ai tempi di “Ar­beit Macht Frei”, e di Clau­dio Roc­chi, ca­val­lo pazzo dello spe­ri­men­ta­li­smo ita­lia­no, con col­la­bo­ra­zio­ni che spa­zia­no dal beat degli Stor­my Six de “Le idee di oggi per la mu­si­ca di do­ma­ni” al Bat­tia­to di “Juke Box”.

Tutto co­min­cia con l’e­le­gia di “Jaya Srila Gu­ru­de­va Bha­ga­van”, men­to­re della spi­ri­tua­li­tà karma, in cui i due mu­si­ci­sti si ci­men­ta­no in una dol­cis­si­ma bal­la­ta pop con con­ta­mi­na­zio­ni orien­ta­leg­gian­ti di flau­to, con Mauro Spina che alla bat­te­ria com­pie un la­vo­ro ec­ce­zio­na­le. Ma è su­bi­to la volta del pezzo forte: “O sei parte del pro­ble­ma o sei parte della so­lu­zio­ne”, ti­to­lo più che espli­ca­ti­vo per un brano in­cen­tra­to sul tema del­l’e­qui­li­brio uni­ver­sa­le. Mu­si­cal­men­te ci tro­via­mo di fron­te ad una stu­pen­da can­zo­net­ta dal sa­po­re funky, me­ri­to del basso di Paolo Don­na­rum­ma, della bat­te­ria di Beppe Sciu­to e di pri­mor­dia­li sin­te­tiz­za­to­ri dal suono im­ma­tu­ro ma de­ci­so. I ritmi del mondo e della na­tu­ra tor­na­no in “Dio”, una poe­sia di as­so­lu­ta pie­nez­za spi­ri­tua­le, dove l’Uno è sem­pli­ce­men­te ac­com­pa­gna­to da una chi­tar­ra acu­sti­ca che ne ca­den­za le fat­ti­spe­cie ter­re­ne. Il lato A ter­mi­na con “La Ma­cel­la­zio­ne”, espli­ci­ta con­dan­na verso l’e­sa­ge­ra­to con­su­mo di carne, fi­glia di un pen­sie­ro re­li­gio­so che in­vi­ta a pro­va­re em­pa­tia verso le be­stie ma anche di una dot­tri­na scien­ti­fi­ca che prova la messa in cir­co­lo di tos­si­ne negli ani­ma­li ma­cel­la­ti, tos­si­ne che poi en­tra­no in con­tat­to col no­stro or­ga­ni­smo. Qui il sound è de­ci­sa­men­te elet­tro­ni­co, col basso di Mark Har­ris che rende in­cal­zan­te il ritmo e gra­zie al quale anche il testo di­ven­ta un ar­rab­bia­to ana­te­ma verso la ne­gli­gen­za del­l’uo­mo mo­der­no.

La se­con­da fac­cia­ta del disco parte dalla ti­tle-track, mo­vi­men­ta­tis­si­ma bal­la­ta rock sulla ri­cer­ca di una terza via, di un più alto gusto della vita, ov­ve­ro di una ri­cer­ca tesa a di­sco­pri­re il senso es­sen­zia­le delle cose. I suoni messi in campo da Roc­chi e To­fa­ni vanno dal soft rock fino a certe ri­mem­bran­ze disco che fanno pen­sa­re al mi­glior Gior­gio Mo­ro­der. Dopo una bre­vis­si­ma e psi­che­de­li­ca “In­tro­du­zio­ne” ri­par­te il di­scor­so re­li­gio­so, sta­vol­ta meno vi­sio­na­rio, con una trac­cia so­cial­men­te im­pe­gna­ta sul­l’i­nu­ti­li­tà di tante morti co­sid­det­te bian­che. “Muo­io­no” si pre­sen­ta mu­si­cal­men­te ef­fer­ve­scen­te con un can­ta­to piut­to­sto ri­cer­ca­to; il tap­pe­to chi­tar­ri­sti­co si pre­sta bene ai tetri in­ser­ti di synth. Qui i no­stri con­dan­na­no l’a­bor­to, la vio­len­za, la droga, la guer­ra, il nu­clea­re, la ca­re­stia e tutto ciò che im­pu­ne­men­te causa la morte e la di­stru­zio­ne del ge­ne­re umano. Brano fi­na­le del disco è il lungo tun­nel men­ta­le di “Jiv Jago” (in ita­lia­no “Sve­glia­te­vi”), in­te­ra­men­te per­for­ma­ta da Srila Bha­ga­van Go­swa­mi che, tra l’al­tro, suona anche la tam­pou­ra.

Un Gusto Su­pe­rio­re” è una pre­zio­sis­si­ma gemma della mu­si­ca ita­lia­na, una lente d’in­gran­di­men­to su come noi oc­ci­den­ta­li po­trem­mo in­ten­de­re, mu­si­cal­men­te e cul­tu­ral­men­te, l’u­ni­ver­so di Kri­sh­na, Shiva e Brah­ma.