Lato A
A1. Jaya Shrila Gurudeva Bhagavan (5:25)
A2. O sei parte del problema o sei parte della soluzione (4:25)
A3. Dio (3:25)
A4. La macellazione (3:14)
Lato B
B1. Un gusto superiore (3:13)
B2. Introduzione (0:50)
B3. Muoiono (3:05)
B4. Jiv Jago (10:03)
Musicians
Claudio Rocchi/ performer, songwriting, producer
Paolo Tofani/ performer, songwriting, producer
M. Harris/ bass, piano
Mauro Spina/ drums
Paolo Donnarumma/ bass
Beppe Sciuto/ drums
Srila Bhagavan Goswami/ tampoora
Paolo Tofani & Claudio Rocchi
Un Gusto Superiore
di Francesco Mendozzi
Questo è un disco che in pochissimi conosceranno ma che poi tanto raro non è, visto che in alcuni mercatini del vinile è ancora possibile reperirlo spendendo una cifra più che decente. Io me lo trovai tra le mani molti anni or sono, dopo che mio padre aveva febbrilmente acquistato di tutto a Porta Portese. L’idea di base di questo lavoro sta nella veneranda istituzione dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, punto di partenza di tanto induismo occidentale. Senza ombra di dubbio, per dirla alla Guccini, quelli erano gli anni in cui dalle proteste giovanili si passava «alle magie di moda delle religioni orientali che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero». Fatto sta che il disco è molto bello: merito di Paolo Tofani, grande chitarrista degli Area ai tempi di “Arbeit Macht Frei”, e di Claudio Rocchi, cavallo pazzo dello sperimentalismo italiano, con collaborazioni che spaziano dal beat degli Stormy Six de “Le idee di oggi per la musica di domani” al Battiato di “Juke Box”.
Tutto comincia con l’elegia di “Jaya Srila Gurudeva Bhagavan”, mentore della spiritualità karma, in cui i due musicisti si cimentano in una dolcissima ballata pop con contaminazioni orientaleggianti di flauto, con Mauro Spina che alla batteria compie un lavoro eccezionale. Ma è subito la volta del pezzo forte: “O sei parte del problema o sei parte della soluzione”, titolo più che esplicativo per un brano incentrato sul tema dell’equilibrio universale. Musicalmente ci troviamo di fronte ad una stupenda canzonetta dal sapore funky, merito del basso di Paolo Donnarumma, della batteria di Beppe Sciuto e di primordiali sintetizzatori dal suono immaturo ma deciso. I ritmi del mondo e della natura tornano in “Dio”, una poesia di assoluta pienezza spirituale, dove l’Uno è semplicemente accompagnato da una chitarra acustica che ne cadenza le fattispecie terrene. Il lato A termina con “La Macellazione”, esplicita condanna verso l’esagerato consumo di carne, figlia di un pensiero religioso che invita a provare empatia verso le bestie ma anche di una dottrina scientifica che prova la messa in circolo di tossine negli animali macellati, tossine che poi entrano in contatto col nostro organismo. Qui il sound è decisamente elettronico, col basso di Mark Harris che rende incalzante il ritmo e grazie al quale anche il testo diventa un arrabbiato anatema verso la negligenza dell’uomo moderno.
La seconda facciata del disco parte dalla title-track, movimentatissima ballata rock sulla ricerca di una terza via, di un più alto gusto della vita, ovvero di una ricerca tesa a discoprire il senso essenziale delle cose. I suoni messi in campo da Rocchi e Tofani vanno dal soft rock fino a certe rimembranze disco che fanno pensare al miglior Giorgio Moroder. Dopo una brevissima e psichedelica “Introduzione” riparte il discorso religioso, stavolta meno visionario, con una traccia socialmente impegnata sull’inutilità di tante morti cosiddette bianche. “Muoiono” si presenta musicalmente effervescente con un cantato piuttosto ricercato; il tappeto chitarristico si presta bene ai tetri inserti di synth. Qui i nostri condannano l’aborto, la violenza, la droga, la guerra, il nucleare, la carestia e tutto ciò che impunemente causa la morte e la distruzione del genere umano. Brano finale del disco è il lungo tunnel mentale di “Jiv Jago” (in italiano “Svegliatevi”), interamente performata da Srila Bhagavan Goswami che, tra l’altro, suona anche la tampoura.
“Un Gusto Superiore”
è una preziosissima gemma della musica italiana, una lente
d’ingrandimento su come noi occidentali potremmo intendere,
musicalmente e culturalmente, l’universo di Krishna, Shiva
e Brahma.
2 comments:
http://j.gs/C5r2
Thank you!
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